Soffocati dalla burocrazia … ma con l’ottimismo della ragione

Anche per il Ministro Patrizio Bianchi bisogna “Liberare il tempo degli insegnanti“ …

Si è svolto martedì 29 marzo – il convegno titolato “La burocrazia frena la scuola – Rinnovare l’ordinamento scolastico per garantire la qualità dell’istruzione”.

Al convegno hanno partecipato il Ministro dell’Istruzione Bianchi, il Dott. Carlo Cottarelli, (dell’Osservatorio Conti Pubblici italiano), Rino Di Meglio (Coord. nazionale Gilda degli Insegnanti), Riccardo Nencini (Presidente Commissione Istruzione Senato), Gianluca Vacca (Commissione Cultura Camera), Carmela Bucalo (Commissione Lavoro Camera), e Mario Pittoni (Vicepresidente Commissione Istruzione Senato).
La tavola rotonda è stata introdotta da Stefano Colarieti (Direttore Generale “Consenso Europa”) e moderata da Roberto Inciocchi (Giornalista SkyTg24).


“Un Grazie a Rino Di Meglio e alla Gilda che hanno organizzato la tavola rotonda per questa capacità di equilibrio e concretezza con cui vengono affrontate le questioni”, lo ha detto chiaramente il Ministro Bianchi”.

Aggiungendo che:

“Dobbiamo liberare il tempo dei docenti per fare in modo che si dedicano all’insegnamento”.

Con queste parole infatti, il ministro dell’Istruzione, Bianchi, ha di fatto accolto l’allarme lanciato dal sindacato sullo spreco di energie e tempo a cui sono costretti gli insegnanti italiani oberati da compiti che nulla hanno a che fare con la didattica.

Per il titolare di Viale Trastevere, l’eccessiva burocratizzazione della scuola è legata alla complessità della struttura “schiacciata sul modello organizzativo del preside come dirigente”.

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La sburocratizzazione – ha sottolineato Bianchi – si fa con un’amministrazione capace di interpretare il proprio ruolo che non può essere coercitivo.
Ricordando che, da anni non si investe nella pubblica amministrazione e che la scuola è al 40% del personale necessario a far funzionare bene la macchina”.

Sul fardello burocratico che i docenti sono costretti a sopportare è intervenuto nello specifico il dottor Cottarelli:

“Carte su carte che vengono prodotte e poi restano lì, a futura memoria, che le cose si sono fatte. Non servono ad altro”.

Cottarelli ha centrato benissimo le questioni che andrebbero portate al tavolo contrattuale – ha spiegato Di Meglio – non soltanto per retribuire il lavoro in più, ma anche per scoraggiarlo.

Perché è chiaro che – se l’insegnante lo teniamo 18 ore a far scartoffie o a partecipare a cose non esattamente utili all’insegnamento-, queste sono energie che distraiamo dalla funzione fondamentale che è quella di occuparsi degli alunni.

“Compilare mucchi di relazioni e rapporti ha senso solo se qualcuno li legge e se da questi scaturiscono decisioni. Ma l’impressione è che finiscano nel cassetto”.

Per il Coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio, “nel convegno sono stati gettati dei semi”: parlando con diversi politici, ha detto, speriamo che questo sulla eliminazione della burocrazia sia un seme che porti frutto.

In merito alla necessità di snellire le leggi, ricordando che la scuola è un’istituzione il cui compito è formare i futuri cittadini, Di Meglio ha chiesto alla politica “meno leggi e cum grano salis” e … di smetterla di scaricare sui docenti nuovi insegnamenti, come l’educazione stradale, sessuale, ambientale, scaricando i problemi della società sulla scuola.
Tutto questo porta a ridurre la funzione fondamentale dell’insegnante”.

D’accordo con Cottarelli sull’inutilità delle tante “scartoffie” prodotte nelle scuole, per Di Meglio tutte le ore impiegate dai docenti nei compiti burocratici “andrebbero portate al tavolo contrattuale”.

Riguardo le retribuzioni, richiamando un’indagine condotta dal suo Osservatorio, Cottarelli ha rimarcato che “in media gli insegnanti italiani sono pagati meno rispetto ai loro colleghi europei, soprattutto se si considera la progressione di carriera”.

E proprio alla luce di ciò – ha aggiunto – sarebbe opportuno destinare i fondi del Pnrr “più alle persone che alle cose”. Oggi l’80% del PNRR sono soldi per le cose, pochi invece sono i soldi per le persone.

Sul precariato e sul concorso a crocette è intervenuto invece il senatore Pittoni, vicepresidente della Commissione Istruzione al Senato, secondo il quale “è urgente attivare i percorsi formativi abilitanti per frenare l’emigrazione di docenti all’estero”.

E Bisogna dare risposta ai precari storici che – da 15 anni – tengono in piedi il sistema facendo risparmiare lo Stato senza essere assunti, altrimenti – ha detto – si rischia l’emergenza sociale”.
Perché non c’è scuola europea che abbia 200.000 precari.

Che “Le segreterie delle scuole e gli insegnanti siano letteralmente stalkerizzati da scadenze e adempimenti che spesso non hanno alcuna finalità”, lo ha ribadito pure Carmela Bucalo, componente della Commissione Lavoro della Camera, DSGA, secondo cui
“l’unica certificazione di qualità che la scuola deve dimostrare di avere è quella di un corpo docenti in grado di accompagnare i ragazzi nei percorsi di vita”.

Sul rinnovo contrattuale scaduto si è soffermato invece l’On Gianluca Vacca, insegnante componente della Commissione Cultura della Camera, che ha denunciato il ritardo nell’apertura del tavolo negoziale e sottolineato che “la gratificazione del lavoro docente deve essere anche economica”. E che “Siamo nel triennio contrattuale nuovo ma stiamo ancora aspettando quello del triennio precedente”.

Di Meglio ha concluso i lavori augurandosi che “la politica la smetta di complicare la vita dei docenti e ascolti il grido di dolore di chi chiede soltanto di poter lavorare con i propri alunni”.

E, alla domanda del giornalista che gli domandava se fosse ottimista per il nuovo contratto, Di Meglio saggiamente ha risposto:
<< penso che bisogna sempre avere quello che ci chiama l’ottimismo della ragione, perché se ci occupiamo in un pessimismo globale non andiamo da nessuna parte. dobbiamo lavorare per costruire un futuro migliore, avendo presente le negatività dell’oggi>>.

Il convegno: La burocrazia ferma la scuola